
Respirare su Marte è un’idea affascinante, ma sorgono molti interrogativi cruciali, tra cui il più importante: come faremo a respirare in un mondo così diverso dal nostro?
La NASA ha recentemente condiviso i risultati dell’esperimento Moxie, un passo cruciale verso la produzione di ossigeno su Marte a partire dall’anidride carbonica presente nell’atmosfera.
Ma ci sono anche altre soluzioni da considerare.
Moxie: produzione di ossigeno su Marte dall’atmosfera
Moxie, acronimo di Mars OXygen ISRU Experiment, è un esperimento rivoluzionario ospitato a bordo del rover Perseverance.
Il suo obiettivo? Produrre ossigeno direttamente dall’atmosfera di Marte.
L’atmosfera marziana è composta principalmente da anidride carbonica, con appena lo 0,16% di ossigeno molecolare.
Moxie ha superato con successo 16 test e ha prodotto 122 grammi di ossigeno, equivalente a circa un settimo del consumo giornaliero di una persona.
Sebbene possa sembrare poco, questi dati sono incoraggianti considerando che Moxie è solo un prototipo.
Batteri estremofili: una soluzione innovativa?
Un’altra prospettiva affascinante proviene dall’Università del Surrey, dove gli scienziati stanno esplorando l’uso di un batterio estremofilo chiamato Chroococcidiopsis cubana per la colonizzazione di Marte.
Questo batterio, originario di una piscina prosciugata a Cuba, è fotosintetico e consuma anidride carbonica per produrre ossigeno.
La sua capacità di sopravvivere in ambienti estremi, come la siccità e l’esposizione alle radiazioni UV, lo rende un potenziale candidato per la colonizzazione di Marte.
L’idea è utilizzare questi batteri all’interno di un biorivestimento, come una vernice, che potrebbe catturare anidride carbonica e produrre ossigeno in modo costante.
Plasma: un’altra via per l’ossigeno su Marte?
Nel corso dell’ultimo anno, un team di ricercatori internazionali ha esplorato un approccio alternativo all’estrazione di ossigeno dall’atmosfera marziana: l’uso del plasma.
Il plasma è una miscela di gas ionizzati ad alta energia che potrebbe essere utilizzata per decomporre l’anidride carbonica e separare l’ossigeno.
Gli elettroni nel plasma interagiscono con le molecole di anidride carbonica, inducendo la loro decomposizione.
Inoltre, il calore generato nel plasma potrebbe contribuire alla separazione dell’ossigeno.
Questa tecnica offre una prospettiva intrigante per garantire l’ossigeno su Marte.
In Situ Resource Utilization (ISRU): la chiave della colonizzazione
L’approccio dominante per garantire ossigeno su Marte è l’In Situ Resource Utilization (ISRU), che mira a sfruttare le risorse locali del pianeta.
L’ossigeno dovrebbe essere prodotto direttamente su Marte, riducendo la necessità di trasportarlo dalla Terra.
Questa strategia è applicabile non solo a Marte ma anche alla Luna.
Sul nostro satellite naturale, ad esempio, si sta valutando l’estrazione di ossigeno dalla polvere lunare.
In conclusione, mentre Marte potrebbe sembrare inospitale, stiamo facendo progressi significativi nella ricerca di soluzioni innovative per garantire ossigeno sulla sua superficie.
Moxie ha dimostrato che è possibile produrre ossigeno dall’atmosfera marziana, mentre l’uso di batteri estremofili e il plasma rappresentano opzioni intriganti per il futuro.
Con l’ISRU come guida, la colonizzazione di Marte non sembra più un sogno irrealizzabile.
La nostra capacità di respirare su Marte potrebbe presto diventare una realtà.